Sviluppo Italia (ora Invitalia) e i finanziamenti al franchising

Silvio Zannoni

Data

set 03, 2012

Franchising Invitalia - Sviluppo Italia (ora Invitalia)

Sviluppo Italia, ora Invitalia, è “l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno, e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo.”
Molte persone ogni mese digitano su Google le keywords: sviluppo italia, invitalia franchising, finanziamenti a fondo perduto etc.
Non è facilissimo rientrare nei requisiti ma tuttavia, magari con il supporto del Franchisor, se accreditato, vi sono comunque numerosi neo-imprenditori che hanno avviato la loro attività ottenendo un finanziamento a fondo perduto o a tasso agevolato da Invitalia (ex Sviluppo Italia).

Invitalia franchising

Come si legge nella sezione che Invitalia dedica al Franchising:
Questa agevolazione è rivolta a persone fisiche o società (di persone o di capitali) di nuova costituzione che intendono avviare un'attività imprenditoriale in franchising, da realizzare con Franchisor convenzionati con l'Agenzia.
Sono ESCLUSE le società di fatto e le società aventi scopi mutualistici.

Per presentare la domanda il titolare della ditta individuale o, nel caso di società, almeno la metà numerica dei soci che detiene almeno la metà del capitale sociale o delle quote, deve essere:
• maggiorenne alla data di presentazione della domanda
• non occupato alla data di presentazione della domanda
• residente nel territorio nazionale alla data del 1 gennaio 2000 oppure da almeno sei mesi alla data di presentazione della domanda, nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale vigente in materia.
Anche la sede legale e operativa della società deve essere ubicata nel territorio nazionale.

Vedi anche: Invitalia/Franchising

Vediamo di capire perché l’accesso al credito è un tema particolarmente importante nel settore del Franchising.

Dalla ricerca realizzata da BeTheBoss.it e QUiCKFairs emergono infatti questi punti:

Le prospettive economiche

Tre su quattro potenziali Franchisee segnalano le prospettive economiche come uno dei fattori fondamentali nella decisione.
E sono ancora le prospettive economiche che più frequentemente inducono un candidato a dire “no” ad un Franchisor con cui sta negoziando l’affiliazione: tre su cinque imprenditori che hanno abbandonato una trattativa nominano una mancata congruenza fra le prospettive economiche e l’investimento richiesto come motivo per la rinuncia.

L’investimento richiesto

Prevalgono, sui parametri finanziari e contrattuali, il livello di investimento richiesto e le condizioni contrattuali come criteri più sensibili nella valutazione delle offerte. È interessante osservare che per i candidati in trattativa l’investimento richiesto è in pole position (quasi due su tre), mentre lo sono le modalità contrattuali (tre su cinque) per chi non è ancora in una fase così avanzata nel processo decisionale.

Del resto chi è del settore sa che il collo di bottiglia della filiera del franchising sta proprio qui: l’investimento e anche le possibilità di finanziamento, di agevolazioni bancarie al franchisee.

Banche, Invitalia e Franchising

Il problema è ben noto nel settore, dove tutti i soggetti: Franchisor, Franchisee, Associazioni di categoria, sono unanimi nel lamentare la mancanza di adeguata attenzione da parte del sistema bancario.
Riportiamo quanto emerso dall’indagine di cui sopra:
E’ vero che in tempo di crisi il franchising rappresenta una opportunità, ma sono necessari finanziamenti agevolati da parte delle banche a coloro che intendono aprire un punto vendita in franchising.
Molti tra i potenziali franchisee sono giovani e non dispongono di capitali da investire: il 12% ha tra i 20 ed i 29 anni, ed il 35,6% ha tra i 30 ed i 39 anni. Possono investire tra i 20 ed i 50 mila euro solo il 41% dei potenziali franchisee, e ben il 37% dichiara di poter investire un cifra inferiore ai 20 mila euro.
Oggi c’è qualche istituto bancario, penso a Unicredit ed Ubi Banca, che offrono mutui a tassi d’interesse contenuti, ma solo a piccoli affiliati e a determinate condizioni, così come l’agenzia governativa Invitalia propone contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato, ma solo a italiani residenti nel Centro/Sud e nelle zone svantaggiate del Nord. Si tratta di un’offerta del tutto insufficiente, tanto che il 65% di coloro che si avvicinano al franchising sono costretti a rinunciare, spesso per mancanza di fondi.