“Mi piace”… il commercio sociale

California, anni Novanta. Mentre l’Italia si chiede “conosci internet?”, un uomo parla ad un inviato di Newsweek del futuro della società dell’informazione. “Il web va pensato come un canale di distribuzione diretto verso i consumatori. In futuro, nessuno vorrà leggere la pagina già vista da altri 3.000: vinceranno i portali capaci di offrire informazioni personalizzate”.

Vent’anni dopo: verso l’integrazione
Il compianto Steve Jobs - l’intervistato era lui - non era il solo a pensarla così, e gli sviluppi dell’economia digitale hanno preso in effetti la via della customizzazione. Oggi, i motori di ricerca filtrano i risultati in base al nostro profilo; le pagine Facebook pullulano di proposte pubblicitarie mirate. E se facciamo un prelievo il giorno del nostro compleanno, iI Bancomat ci fa gli auguri.
Gli esempi si possono molti­plicare, ma qui nessuno vuole annoiarsi. Al dunque: quasi tutte le nostre azioni vengono registrate. E creano così ogni giorno montagne di dati. Che, per poter essere sfruttati commercialmente, vanno esaminati fino all’ultimo bit. Insomma, non basta sapere che si vendono due milioni di auto azzurre. Vogliamo sapere quale modello, quale motorizzazione, quali accessori e formule di pagamento possono essere proposti con successo ai singoli consumatori.
I giganti della Rete sono gli unici ad avere le risorse per queste analisi. Ma devono nutrire le banche dati con aggiornamenti continui, e quindi offrono volentieri le proprie infrastrutture a chi, facendo business, fornisce informazioni. Si schiude così una fascia di mercato virtualmente illimitata: un promettente territorio di caccia al quale si affacciano in molti.

Il caso Blomming
Una delle startup più interessanti nel settore è la Blomming (www.blomming.com). Società milanese, fondata da un pugno di programmatori creativi, è una piattaforma a metà tra blog ed e-commerce con cui è possibile pubblicare gratuitamente annunci di vendita o interi negozi su Facebook, sulle pagine di un blog o su qualsiasi sito personale.
Indipendentemente dalla posizione finale, gli annunci sono integrati con il database di Facebook ogni articolo può essere proposto ai visitatori sulla base del loro profilo ed è accompagnato da commenti e raccomandazioni, prima fra tutte il classico “Mi piace”.
La forza del servizio è tutta nella pervasività. Gli annunci non vanno cercati su un portale dedicato (vedi eBay), ma si dispongono autonomamente dove possono risultare più efficaci. Insomma, non è un caso che la startup milanese abbia raccolto in pochi mesi diverse migliaia di clienti…