Il Franchising in Indonesia

Manlio Urbano

Data

giu 18, 2014

di Manlio Urbano e Enrico Perego*
m.urbano@octagona.com - e.perego@octagona.com 

L’Indonesia si configura oggi tra i mercati a maggior tasso di crescita a livello globale. Il Paese, già terzo principale mercato di sbocco in Asia, dopo Cina e India e primo mercato dell’ASEAN, presenta un potenziale enorme ed ottime opportunità di business: grazie ad una popolazione di 250 milioni di abitanti, alla mentalità riformista del Governo ed alla raggiunta stabilità politica ed economica, si prevede potrà assurgere al ruolo di potenza globale negli anni a venire. Octagona S.r.l., società di consulenza dedita alla internazionalizzazione delle imprese, operante in Indonesia e sui mercati appartenenti all’area ASEAN, analizza in dettaglio per BEESNESS caratteristiche e peculiarità del mercato del franchising locale.

L’industria indonesiana del franchising è stata in grado di intraprendere nel corso degli ultimi dieci anni un rapido percorso di sviluppo, di cui la grande espansione economica del Paese e la conseguente crescita della classe media ne rappresentano i principali driver. Secondo i dati più recenti diffusi dall’Indonesian Committee for Franchises and Licenses (WALI), attualmente nel Paese asiatico si registra la presenza di oltre 2000 brand operanti in franchising, di cui circa 400 stranieri; il tasso di crescita annuo si attesta attorno al 15% e il turnover complessivo ha raggiunto gli 11.74 miliardi di USD. 

Al di là delle notevoli cifre che illustrano quelle che sono le potenzialità del settore, nello scenario odierno del Paese, il modello di business del franchising è diventato particolarmente “di moda” tra gli investitori stranieri operanti nel retail e tra i fornitori internazionali di servizi alle imprese, che vedono proprio nel franchising una delle principali porte d’accesso al mercato locale. Tale fenomeno si deve principalmente, oltre alla già sopra menzionata crescita della classe media e del suo potere d’acquisto, al fatto che il mercato indonesiano si configuri come un mercato fortemente orientato al consumo: la quota rappresentata dai consumi interni all’interno del PIL nazionale supera infatti il 60% e volgendo lo sguardo in prospettiva futura, non si può non evidenziare come la classe media indonesiana sarà composta, entro il 2030, da oltre 90 milioni di persone. Il franchising indonesiano deve essere giustamente stimato come un settore potenzialmente esplosivo, soprattutto se si considera che si tratta di un mercato ancora “vergine” e che l’Indonesia oggi occupa il terzo posto a livello globale nel ranking dei Paesi che sperimentano un più alto aumento dei consumi, dopo Cina e India. 

Le opportunità del comparto si profilano in particolar modo negli ambiti indicati a seguire:

  • food;
  • ristorazione;
  • hospitality;
  • abbigliamento e fashion;
  • lifestyle;
  • formazione;
  • assistenza sanitaria;
  • servizi di assistenza per l’igiene della casa.

Prima di prendere in considerazione un investimento in Indonesia, bisogna valutare alcuni aspetti. Jakarta negli ultimi anni ha approvato tre diversi decreti, al fine di incoraggiare lo sviluppo del settore, favorire l’ingresso di nuovi player e spezzare il monopolio di alcune aziende in determinati segmenti, tra cui quello della ristorazione: nel Paese, infatti, si registra una forte concentrazione di franchising stranieri in mano ad un ridotto numero di società locali. Il Ministero del Commercio, a tal proposito, ha reso esecutive ben due normative nel 2012: la prima prevede che i franchising operanti in Indonesia, debbano approvvigionarsi localmente per una quota pari almeno all‘80% per la produzione dei beni che commercializzano; la seconda stabilisce un limite al numero di outlet di proprietà e gestiti da uno stesso proprietario (per il comparto retail il numero massimo è di 150) e nel caso in cui si voglia superare tale cifra, franchisor e franchisee sono obbligati a coinvolgere una terza parte, che sarà anch’essa proprietaria degli outlet. Successivamente, nel 2013 il Governo ha approvato un terzo decreto, che ricalca a grandi linee il secondo e che riguarda il segmento della ristorazione: l’unica differenza rispetto alla seconda normativa consiste nel fatto che la cifra massima di outlet per gli operatori del settore non può eccedere le 250 unità. Per Jakarta, proprio queste due ultime due misure hanno l’obiettivo di accelerare il percorso di crescita delle piccole e medie imprese locali, in particolar modo in termini di know-how.

Nel frattempo, il Paese asiatico continua ad attrarre soprattutto i mercati limitrofi dell’ASEAN: negli ultimi anni si è assistito ad un forte incremento di brand provenienti da Malesia (circa 20 quelli attualmente operanti in Indonesia), Singapore (più di 10 franchising) e Filippine (5 marchi presenti). Anche per questi Stati, l’Indonesia rappresenta il mercato prioritario in cui investire, non solo per le analogie da un punto di vista economico e culturale, ma anche per il suo enorme mercato in termini di popolazione. 

*Octagona è una società di consulenza specializzata nella fornitura di servizi che consentono alle aziende di avviare o sviluppare il proprio processo di internazionalizzazione. L'azienda è oggi punto di riferimento a livello nazionale per la consulenza su mercati in forte fase di sviluppo, avendo sedi in India (New Delhi), Brasile (Belo Horizonte) e Vietnam (Hanoi e HCM City) e potendo contare su collaborazioni esclusive negli Stati Uniti e in aree a forte sviluppo quali ASEAN, Nord Africa, Turchia, Est Europa, Russia e Cina. www.octagona.com