E-Commerce: vendere all’estero, una soluzione alla crisi per le PMI Italiane?

Redazione Beesness

Data

ago 04, 2014

di Stefano Sordi, Direttore Marketing Aruba*

Uno studio commissionato da Ebay a Deloitte ha evidenziato come il 15% dei residenti nell’Unione Europea abbia effettuato acquisti online da un Paese Straniero. Questo dato risulta molto interessante e getta luce su quanto possa essere importante vendere online all’estero per reperire capitale economico e, magari, uscire dalla crisi.

I mercati più attivi sotto questo aspetto sono la Germania con il 27% di vendite extra nazionali, il Regno Unito con il 24% e la Francia con il 14%. Ad oggi solo il 4% di questo tipo di vendite proviene dall’Italia (1) e tale dato evidenzia come questo settore sia da sviluppare ex novo nel nostro Paese, aprendo nuove prospettive di ripresa per le PMI italiane.

I settori su cui si dovrebbe puntare maggiormente per l’e-commerce transfrontaliero sono quelli in cui il Made in Italy è particolarmente ricercato, ovvero arredamento, moda e accessori per la casa: questo potenziale è già stato ampiamente riconosciuto all’estero e lo dimostrano i dati sull’export delle PMI italiane che si affidano all’e-commerce. Le piccole imprese con un negozio online affermano che il 24% del proprio fatturato arriva proprio da tali vendite e la percentuale sale fino al 39% per le medie imprese (2).

Questi numeri testimoniano che puntare ad una strategia che miri alla internazionalizzazione aumenta il volume del business e delle vendite, conducendo ad un risultato che può essere alla portata di tutti: dai piccoli artigiani ai fornitori di servizi, passando per i rivenditori cosiddetti B2B e per i produttori di nicchia; chiunque può sviluppare la propria piattaforma di e-commerce. Proprio in tempi di crisi, la vendita online rappresenta un’occasione per rilanciare interi settori di mercato, soprattutto all’estero, dove le transazioni commerciali in rete avvengono con maggior frequenza. L’essenziale è sviluppare una strategia ad hoc per ogni paese che si intende presidiare, e quindi:

- Fare attenzione alla lingua da utilizzare nel proprio store online: pur mirando sempre a comunicare al meglio la propria italianità, è necessario che i clienti stranieri possano seguire il processo d’acquisto nella propria lingua d’appartenenza;

- Valutare con attenzione quale tipologia di prodotto vendere in un determinato paese: può essere necessario, ad esempio, condurre delle ricerche mirate su quali siano gli articoli di maggiore presa in Germania, piuttosto che in Francia o negli Stati Uniti prima di lanciare un prodotto che effettivamente può non avere mercato;

- Rendersi visibili anche al di fuori dell’Italia: scegliere portali di prodotto nazionali è un ottimo metodo per far conoscere il proprio brand e la propria qualità all’estero ma è possibile anche pubblicizzare il proprio store online tramite campagne di pubblicità su Google, nella lingua del paese in cui si desidera commercializzare i propri prodotti;

- Selezionare i metodi di pagamento più conosciuti e affidabili: ad esempio, Paypal è il metodo di pagamento più utilizzato dagli utenti che usufruiscono di soluzioni Aruba (con il 50.6% degli ordini), ma in Francia va per la maggiore SipsAtos, in Spagna 4B/Servired mentre in Benelux Ogone.

- Ottenere certificati di sicurezza internazionali: bisogna rassicurare il cliente dimostrandogli che sta acquistando su un sito sicuro; ad esempio attraverso il sigillo Trusted Shops o eKomi – per citarne due molto utilizzati in Italia - o Confianza Online, popolare principalmente in Spagna.

- Dare valore all’integrazione del proprio store: è essenziale sia integrare il proprio e-commerce con i principali portali di prodotto nazionali e internazionali come Amazon, eBay, Google shopping, Ciao!; sia con i comparatori di prezzo più conosciuti: Skrill, Twenga, Kelkoo e non solo.

Sarà inoltre utile:  

- Fornire dei contatti chiari di riferimento per risolvere dubbi e richieste in qualsiasi momento

- Utilizzare metodi di spedizione efficienti

- Far ricorso ad una soluzione che accetti un ampio numero di valute internazionali in fase di vendita del prodotto.

Il “cross border trade” è la nuova frontiera dell’e-commerce per le imprese e le PMI italiane che vogliano puntare sull’interazione tra store tradizionale, mobile e online. Si tratta di un’opportunità biunivoca: infatti, i consumatori stranieri hanno la possibilità di accedere ad un’offerta diversificata scegliendo anche i prodotti italiani; le PMI dalla loro possono crescere e presentarsi sul mercato internazionale senza intermediazione. Per mettersi in campo in tale settore è necessario però scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze e prestare particolare attenzione alla cultura di riferimento con cui si andrà ad interagire. Fatto ciò, basterà puntare sulla qualità unica del Made in Italy e sulle enormi opportunità che offre il mercato digitale, per poter incontrare e soddisfare l’estesa domanda internazionale legata alle nostre eccellenze.

*Aruba S.p.A., fondata nel 1994, è la prima società in Italia per i servizi di web hosting, e-mail, PEC e registrazione domini. La società gestisce oltre 2 milioni di domini, 6 milioni di caselle e-mail, 3,8 milioni di caselle PEC, 20.000 server ed un totale di oltre 2 milioni di clienti. In aggiunta ai servizi di web hosting, Aruba fornisce anche servizi di server dedicati, housing e colocation, servizi managed, firma digitale, conservazione sostitutiva e produzione di smart-card. Per ulteriori informazioni sull’argomento: www.aruba.it, http://e-commerce.aruba.it/
1 Fonte: Studio pan-europeo commissionato da eBay a Deloitte – “The Omnichannel Opportunity: A Report for eBay” 2 Fonte: Google-Doxa