Cavalli, il bello della licenza

Data

ott 25, 2007

Ha studiato giurisprudenza perché non voleva seguire le orme paterne. Poi si è ricreduta e oggi dice che «la moda è fantastica, non potrei farne a meno». Poi aggiunge: «Non escludiamo una futura quotazione in borsa, oppure l’ingresso di un partner forte e motivato. Quello che è certo è che papà manterrà il controllo di tutto». La laurea, però, le è servita. Cristiana Cavalli oggi è la responsabile di tutte le licenze del gruppo, quindi di buona parte del business, visto che, in controtendenza rispetto a quasi tutti i marchi di fascia alta, Cavalli produce direttamente solo la prima linea. Questo perché «ci sentiamo molto forti nello stile e nell’impronta e preferiamo affidare la produzione a professionisti in grado di rispettare con puntualità sia la gestione della qualità che quella logistica delle spedizioni del prodotto».
In particolare lei, che a vederla sembra una copia in gonnella del papà, sta seguendo lo sviluppo di Just Cavalli, in licenza a Ittierre: «Una collezione nata come linea jeans, ma poi trasformatasi velocemente in una prima linea giovani, alla moda ed in continua ricerca di nuovi materiali e forme». Secondo quanto dichiara l’azienda, il fatturato di Just Cavalli è cresciuto tra il 2005 e il 2006 del 45% e nel 2007 ha avuto un ulteriore balzo del 47%. Per il 2008 il gruppo prevede di incrementare ulteriormente le vendite del 25%. Percentuali importanti, cui fa seguito una forte spinta verso il retail. Attualmente i punti vendita sparsi in giro per il mondo sono 44, ed entro la fine dell’anno prossimo la maison conta di aprirne altri 18. A disegnare i negozi, tutti inconfondibilmente eccentricokitsch come vuole lo stile della maison è l’architetto Italo Rota: «Lavora con noi da anni, lui e mio padre si intendono molto bene, è un architetto che sa interpretare alla perfezione il suo pensiero e la sua filosofia». Come prassi, ad ogni inaugurazioni presenziano le star internazionali del cinema e della musica: «Tutte amiche di papà che adorano i suoi look». Tra i mercati che più interessano al marchio ci sono gli Stati Uniti il Far East ed il Middle East.
E tra Cavalli ed Ittierre è già partita la trattativa per il rinnovo della licenza che scade nel 2010. Oltre a quella per l’abbigliamento uomo (40%) e donna (60%), Just Cavalli firma occhiali dal 2003 in licenza con Marcolin, orologi con Morellato, e gioielli, sempre con Morellato dall’anno scorso. Rispetto all’esuberante genitore, sempre mondanissimo nonostante dichiari di essere stufo di condurre una vita sotto i riflettori, Cristiana è molto più riservata e timida: «Avere un papà così mi ha rafforzata molto, abbiamo un ottimo rapporto ed in quanto allo stile l’ultima e la prima parola sono sempre sue».
Recentemente la famiglia ha cominciato a diversificare il business. Tommaso, fratello di Cristiana, si occupa di una tenuta nel Chianti ed è pronto a mettere in commercio le prime bottiglie la cui firma per il momento è top secret. Roberto Cavalli ha invece "griffato" una vodka italiana: «La gente non lo sa, ma qui da noi se ne produce tantissima». Poi ci sono il ristorante e il bar all’interno del negozio Just Cavalli di Milano. «E’ probabile che in futuro butteremo un occhio nell’hotellerie, ormai un brand deve poter proporre un lifestyle», ed infine arriverà anche la homecollection.

RENATA FONTANELLI