Leadership: il Manager Coach

Gisella Vonesch

Data

mar 05, 2014

Ispirare e sviluppare le persone generando innovazione e cambiamento

Quando si parla di coaching il pensiero va diretto alla professione del coach. Si immagina quindi un professionista che lavora con manager aziendali per supportarli nel loro sviluppo e portarli ad agire comportamenti diversi da quelli adottati di consueto. Tutto questo esiste e succede. Sempre più aziende, consapevoli dell’importanza di investire sulle persone per raggiungere successo nel business, ingaggiano executive o corporate coach per progetti di sviluppo delle proprie risorse. Ma il coaching non è solo questo. Il coaching è anche una metodologia che gli stessi manager possono  apprendere per gestire i propri collaboratori in modo nuovo e diverso. Apprendere ed utilizzare la metodologia del coaching permette di migliorare le proprie performance e quelle del proprio team di collaboratori e generare un clima positivo e di cambiamento. 

Nell’attuale contesto organizzativo il manager è chiamato a rispondere, nel suo ruolo, a diverse priorità: da un lato deve essere in grado di esprimere le sue competenze tecniche proprie del ruolo che ricopre (saper fare), dall’altra deve esprimere una managerialità che si poggia su una consistente lista di competenze trasversali (saper essere) tra le quali spicca proprio la gestione e meglio ancora lo sviluppo dei propri collaboratori. Nei confronti di questi ultimi gli è richiesto di essere ispiratore, di guidare verso il cambiamento, di farli crescere (operativamente e gestionalmente), di motivarli, di farli sentire squadra, di coinvolgerli, solo per citare alcuni esempi. Pertanto la sfida che attende i manager è quella di vivere il proprio ruolo organizzativo anche in termini di leader. 

Se si ripercorrono le teorie sulla leadership che si sono succedute nel tempo, si comprende bene che la figura del leader si è evoluta e modificata: basti pensare alla Leadership Situazione di Hersey e Blanchard, alla Leadership Trasformazionale di Bass, alla Leadership Dinamica di Tichy e Devanna, alla Fusion Leadership Daft e Lengel, fino ad arrivare al Leader con intelligenza emotiva di Goleman. Teorie che si sono succedute dove però si ritrovano parole chiave che rimangono costanti: coraggio, cambiamento, visione, efficacia, consapevolezza. E forse è proprio questo quello che oggi viene richiesto ad un manager: essere un visionario sognatore che operi con coraggio, passione ed integrità, capace di infondere fiducia nella propria squadra per sostenerla verso il raggiungimento di obiettivi di successo. Sono queste tutte caratteristiche che appartengono al ruolo del coach. Quel coach professionista di cui si parlava all’inizio di questo scritto. Ed allora perché non trasmettere competenze e metodologia di coaching anche a chi quotidianamente gestisce persone per portare le stesse e l’organizzazione verso il successo? Nasce la figura del Manager Coach. Il Manager Coach rappresenta un ponte tra il manager tradizionale ed il leader. 

Compito arduo ma sfida possibile. Ripercorrendo un passaggio di Warren Bennis nel suo “Come si diventa leader” (Ed. Sperling & Kup fer, 1990) è possibile delineare alcuni aspetti che ben rappresentano il Manager Coach. Ci dice Bennis: 

  • il Manager amministra, il Leader innova; 
  • il Manager sostiene, il Leader sviluppa;
  • il Manager si concentra sui sistemi e la struttura, il Leader si concentra sulle persone; 
  • il Manager si basa sul controllo, il Leader ispira fiducia;
  • il Manager dice come e quando, il Leader chiede cosa e perché; 
  • il manager accetta la realtà, il leader si interroga e ne ricerca di nuove; 
  • il Manager accetta lo status quo, il Leader lo sfida. 

 

Quante di tali caratteristiche appartengono alla filosofia del coaching? Chi ha avuto modo di leggere qualche pagina già apparsa su tale pubblicazione, potrà riconoscere molte caratteristiche del leader come appartenenti anche al ruolo del coach.
Il coach mette al centro del suo lavoro la persona e persegue una visione umanistica, dove appunto l’individuo è al centro e possiede le qualità, le capacità ed il potenziale che, con un atteggiamento maieutico, vengono mobilitate per raggiungere efficacemente un obiettivo. Il lavoro del coach si poggia sulla fiducia reciproca e sul concetto che, raggiunta la consapevolezza, è possibile modificare i comportamenti in direzione degli obiettivi che si vogliono perseguire. 

Il coach non dice cosa fare, come e quando, ma ascolta e chiede, perché sia l’altro che possa, in modo autonomo e responsabile, attivare un processo di decision making efficace. Questo non significa che il manager perde o accantona il suo ruolo organizzativo caratteristico, ma la sfida che si dovrebbe porre per gli anni a venire è quella di riuscire a coniugare le due anime, quella manageriale e quella del coach, acquisendo e facendo propri la metodologia e gli strumenti del coaching. 

Le opportunità che il manager ha per utilizzare l’approccio di coaching sono molteplici e riguardano la gestione del suo team, lo sviluppo dei suoi collaboratori, la condivisione di attività e responsabilità, la capacità di comunicazione, ascolto e feedback solo per citarne alcune. Sotto questa lente, il coaching non è solo una tecnica, ma una modalità diversa di approcciare le relazioni e le organizzazioni ed il Manager Coach può diventare quell’elemento catalizzatore di innovazione della cultura aziendale che ispira e trascina se stesso, la sua squadra e la sua azienda verso la competitività, elemento imprescindibile in un mercato in costante e continua innovazione. 

CARATTERISTICHE DEL MANAGER COACH:

  • Crea un ambiente di lavoro positivo dove si attribuiscono le responsabilità
  • Stimola l’autonomia 
  • Infonde entusiasmo ed energia
  • Si concentra sui propri collaboratori e sui loro punti forti
  • Descrivere chiaramente cosa si aspetta dai suoi collaboratori
  • Ascolta e domanda 
  • Dà feedback chiari 
  • Lavora e pensa al presente ed al futuro
  • Sfida prima di tutto se stesso verso l’eccellenza