Opportunità nel settore alimentare in Cina

Carlo Geremia

Data

set 06, 2013

Prima di valutare alcuni aspetti tecnici e varie problematiche legali per approfittare delle molte opportunità offerte dal settore alimentare in Cina bisogna partire dalla tavola per parlare delle abitudini alimentari dei cinesi. 

Usanze a tavola 

Nei ristoranti e, qualche volta anche nelle abitazioni (ma più raramente, anche per ragioni di spazio) le tavole sono rotonde. Le pietanze sono servite su piatti o vassoi al centro della tavola, sopra una superficie (di solito in vetro) che i commensali possono far ruotare. Le caratteristiche principali del desinare cinese sono:

• collegialità/comunità - tutte le pietanze sono condivise tra i commensali che scelgono di mangiarle nelle quantità e accostamenti che desiderano;
• varietà - i piatti si contraddistinguono per una varietà di sapori, colori, consistenza e modalità di cottura; 
• abbondanza - tendenzialmente la quantità di cibi servita è largamente superiore a quanto i commensali possano mangiare. 

Soprattutto nel caso di un invito a pranzo è un segno di considerazione per l’ospite far riempire la tavola di ogni genere di pietanze ben sapendo che sarà impossibile consumarle tutte. È comune comunque per i cinesi portare a casa il cibo che non sono riusciti a consumare durante il pasto al ristorante (cosiddetta usanza del “dabao” 打包); 

Differenze con la cucina italiana

Le differenze più evidenti rispetto alla cucina italiana sono: 

• le pietanze non sono già divise in porzioni e i commensali assaggiano liberamente un po’ di tutto prendendo il cibo da piatti da portata o vassoi;
• il riso e la pasta, che nella cucina italiana hanno la dignità di piatti principali, in Cina sono semplici “contorni”;
• le bevande più comuni, oltre al tè, sono le bevande gassate come Coca Cola o Sprite e, tra gli alcolici, la birra e, per i brindisi, la grappa di riso;
• il vino non è ancora molto diffuso (ma si sta affermando) ed è usato sempre più di frequente in sostituzione della grappa di riso, per i brindisi;
• i dolci alla fine dei pasti sono poco diffusi. Viene spesso servita la frutta;
• non si consumano, alla fine dei pasti, caffè o superalcolici occidentali. 

Interesse per i cibi italiani 

Tradizionalmente i cinesi “over 40” e con una scarsa familiarità con i costumi di vita e le usanze alimentari occidentali conservano abitudini alimentari piuttosto tradizionali. Non sono pertanto molto recettivi ai prodotti alimentari stranieri. Diversa è la situazione dei giovani e dei “colletti bianchi” molto più propensi a sperimentare la cucina italiana (prevalentemente identificata nella pasta e nella pizza) e disposti a spendere di più per acquistare prodotti alimentari di importazione o mangiare presso ristoranti stranieri. In questo contesto, i seguenti prodotti italiani appaiono avere ottime potenzialità di mercato con, però, alcuni accorgimenti: 

• vino - soprattutto “rosso” (anche per il valore simbolico positivo di questo colore) piuttosto forte per i brindisi, oppure leggero, fruttato (anche frizzante) come bevanda da pasto;
• olio d’oliva - meglio se delicato;
• acque minerali;
• latte;
• caffè;
• cioccolata - forse leggermente più dolce di quanto non si usi in Italia. 

Da pensarsi soprattutto per regali (si pensi alla posizione di mercato, piuttosto alta per prezzo e qualità, di Ferrero in Cina).

 

Sicurezza alimentare

Alcune considerazioni a parte merita il problema della sicurezza alimentare e della salute che, paradossalmente, può offrire grandi opportunità per i prodotti alimentari italiani, anche per l’alimentazione dei bambini. I consumatori cinesi sono molto preoccupati della qualità dei prodotti che trovano negli scaffali dei supermercati, dalla carne al latte, dal pesce alle verdure, ai cibi confezionati e scatolame. Sono purtroppo ricorrenti, infatti, scandali alimentari per cibo contaminato o con additivi chimici illegali. A questo si aggiunga il diffuso problema dell’inquinamento ambientale e la ricerca da parte del consumatore cinese di alimenti che, in qualche modo, aiutino a proteggere l’apparato respiratorio, abbiano proprietà anti-cancerogene, favoriscano la circolazione sanguigna, o comunque possano essere associati ad uno stile di vita “sano”.
In questo contesto, si rinnovano le opportunità per i prodotti alimentari italiani che possono riguardare:
• il vino;
• l’olio d’oliva;
• il latte;
• il miele;
• tutti i prodotti per l’alimentazione dei bambini (latte in polvere, omogeneizzati e pappe).

Importazione dei prodotti alimentari: considerazioni legali

Gli aspetti legali attinenti all’importazione di prodotti alimentari in Cina sono molteplici. Qui di seguito si accennerà a:
• etichettatura;
• conformità agli standard nazionali
(GB);
• requisiti per la costituzione di una società dedicata all’importazione e vendita all’ingrosso di prodotti alimentari.

Etichettatura

I prodotti alimentari importati e offerti in vendita in Cina devono avere un’etichetta in Cinese. L’etichetta deve comprendere di regola le seguenti informazioni:

  • denominazione del prodotto;
  • ingredienti;
  • proporzioni degli ingredienti;
  • peso netto;
  • nome del produttore;
  • nome ed indirizzo dell’importatore e distributore;
  • date e istruzioni per la conservazione; 
  • codice degli standard del prodotto; 
  • grado di qualità.

Non di rado irregolarità (vere o presunte) dell’etichettatura possono essere di ostacolo all’importazione di prodotti alimentari in Cina. 

Standard nazionali (GB)

Per ciascuna categoria di prodotti alimentari sono fissati anche degli standard massimi di tolleranza di microorganismi patogeni, metalli pesanti, pesticidi, fitofarmaci, medicinali veterinari o altri residui di sostanze tossiche per la salute nonché i dosaggi di additivi consentiti. È consigliabile, prima di avviare le pratica per l’importazione in Cina di un prodotto alimentare, verificare se esistano degli standard nazionali applicabili e, se esistono, se il prodotto in questione è conforme. 

Società per l’importazione e vendita di prodotti alimentari 

La costituzione di una società per l’importazione e vendita di prodotti alimentari in Cina presenta delle particolarità rispetto alla costituzione di una società commerciale “ordinaria”. Il procedimento per la costituzione di una società a capitale straniero in Cina comprende, di regola, le seguenti fasi: 

  • pre-approvazione della denominazione sociale (in cinese);
  • approvazione del progetto di investimento da parte del Ministero del Commercio (o del suo dipartimento locale competente);
  • registrazione della società con l’Amministrazione dell’Industria e del Commercio, con il conseguente ottenimento della personalità giuridica sancito dal rilascio del certificato di registrazione (cosiddetto business license); 
  • registrazioni e adempimenti successivi alla business licence, come, ad esempio, registrazione con l’ufficio delle tasse, apertura dei conti bancari, ecc.

 

Una società d’importazione di prodotti alimentari necessita anche di queste licenze: 

  • licenza per la circolazione di prodotti alimentari (食品流动许可证), da ottenersi dopo l’approvazione del progetto di investimento ma prima del rilascio della business licence. L’autorità competente al rilascio di questa licenza è la stessa Amministrazione dell’Industria e del Commercio. Questa autorità effettuerà un sopralluogo presso quelli che saranno gli uffici della società per verificarne l’idoneità. Successivamente, svolgerà attività di sorveglianza e controllo sull’operato della società anche sotto il profilo della sicurezza alimentare. I controlli saranno particolarmente stringenti in caso di importazione di alimenti per bambino, latte in polvere in particolare. Ci sono inoltre voci più o meno ufficiali che la competenza al rilascio di questa licenza sarà in un prossimo futuro trasferita dall’Amministrazione dell’Industria e del Commercio all’Amministrazione per gli Alimenti e i Medicinali. Questo lascia presagire maggiori formalità e controlli per l’ottenimento di questa licenza e per lo svolgimento di attività nell’ambito del contenuto della licenza;
  • licenza per la vendita all’ingrosso di alcoolici (酒类批发许可证), da ottenersi dopo l’ottenimento della business licence. È necessaria, ad esempio, per l’importazione e vendita di prodotti come il vino. La situazione da un punto di vista normativo diventa più complessa nel caso in cui l’importazione e vendita di prodotti alimentari comporti attività di manipolazione degli stessi (per esempio travasi in confezioni più piccole), oppure in caso di vendita al dettaglio. In queste ipotesi ulteriori licenze saranno necessarie.