Confimprese: "Da inizio anno trend delle vendite piatto in Gdo"

Data

set 02, 2013

Mario Resca, Confimprese: «Da inizio anno trend delle vendite piatto in Gdo. 
Ripresa dei consumi sempre più lontana se aumenta l’Iva: un dovere trovare le risorse» 

(Milano, 2 settembre 2013) – Dall’inizio dell’anno il trend delle vendite in Gdo è piatto. A suggellare una situazione invariata ormai da 7 mesi sono i dati Confimprese Lab-Nielsen. Le performance sono differenti a seconda che si tratti dei grandi ipermercati con superficie oltre i 4.500 mq, che risultano negative (-2,7%), e i supermercati/superstore con superficie tra 400 e 4.499 mq in positivo (+1,2%). Il non food si conferma l’area merceologica in continua difficoltà: -4% nei primi sette mesi dell’anno, -7,1% nel solo mese di luglio. Nella bottom five del mese i risultati peggiori arrivano dal bruno, che lascia sul terreno il 18,3%, seguito da giochi e tempo libero con il -7,9%. 

«Con l’inflazione sotto controllo e stabile al 2% – afferma Mario Resca, presidente Confimprese – l’ipotesi nuovamente ventilata dell’aumento dell’Iva causerebbe una nuova ondata di malessere e un’ulteriore caduta dei consumi. I cittadini non possono più sopportare altri aumenti sia sulla fiscalità generale sia sui consumi: un punto percentuale di Iva vale circa 2 miliardi di euro nel 2013 e 4 miliardi nel 2014. Abbiamo 800 miliardi di spesa pubblica: 170 miliardi circa servono per pagare gli stipendi dei dipendenti dello Stato e delle amministrazioni pubbliche, 130 miliardi per i beni e i consumi della pubblica amministrazione, altri 300 miliardi per pensioni e prestazioni sociali. Chi lo spiega ai cittadini? Per scongiurare l’aumento dell’aliquota riteniamo che trovare le risorse sia un dovere imprescindibile del governo».

Quanto alle aree geografiche, performance in positivo al nord-ovest (+1,3%), in parità al centro-nord (0,6%), pessime al Sud (-2,1%). La regione migliore sul progressivo gennaio-luglio si conferma la Valle D’Aosta con il +5,1%, seguita dal Trentino (4,3%). La peggiore è la Calabria con il -6,5%, seguita dalla Sicilia con il -5,2%. La ‘virtuosa’ Lombardia, che rappresenta per altro il 22% dell’economia nazionale, è al palo con un debole +1,1%.