Riforma Ires, i dieci consigli per pagare meno al Fisco

Data

gen 14, 2008

di Luca Gaiani e Marco Mobili

 

Le imprese cominciano a fare i conti con le novità della Finanziaria. È vero che l'effetto delle misure in vigore dal 1° gennaio sarà concretamente visibile solo con le dichiarazioni fiscali che saranno presentate nel 2009. Ma è altrettanto vero che i risultati di domani dipendeno dalle scelte che vengono fatte oggi. Per questo, è necessario che gli operatori valutino con attenzione le proprie decisioni per verificarne l'impatto sul carico fiscale dell'impresa, pianificando - quando possibile - i necessari rimedi. Tutti finalizzati, nel pieno rispetto delle regole, a una corretta riduzione del carico fiscale.
 

I dieci consigli per pagare meno al Fisco

 

Piccole imprese
Oltre al regime dei minimi (si vedano i servizi a pagina 34 e 35), è rivolta alle imprese Irpef e ai soci di società di persone, anche l'opzione per la tassazione del reddito con la stessa aliquota prevista per le società di capitali (27,5%).
La scelta va fatta solo dopo aver svolto un preciso calcolo di convenienza sul carico fiscale, dato che il regime dell'imposta sostitutiva non genera alcuna altra conseguenza se non l'obbligo di mantenere la contabilità ordinaria (il reddito si determina con le regole Irpef). In linea generale, la tassazione con aliquota al 27,5%, rappresenta la scelta opportuna per contribuenti con elevati guadagni, che prevedono per diversi anni di reinvestire gli utili in azienda.
Buone opportunità, inoltre, per le ditte individuali, grazie all'estromissione dell'immobile aziendale (anche in questo caso, dopo attenta valutazione). Se, ad esempio, si ritiene di sviluppare l'attività con altri imprenditori conferendo, a una società, l'azienda comprensiva della componente immobiliare, l'estromissione non risulta affatto opportuna, dato che il trasferimento isolato del fabbricato sconterebbe le ordinarie imposte di registro e di trascrizione.

Stretta sugli interessi
La disposizione che più allarma tutte le società di capitali (pochissime le eccezioni) è il tetto alla deduzione degli oneri finanziari. È possibile effettuare un primo controllo prendendo a base i dati - anche provvisori - del bilancio 2007, confrontando il 30% del risultato operativo (differenza A-B del conto economico, oltre ad ammortamenti e leasing) con gli oneri finanziari netti dell'esercizio. Se si resta sotto la soglia, non si avranno conseguenze negative e si potrà sfruttare appieno la riduzione dell'aliquota Ires (dal 33 al 27,5%), con l'accortezza, però, di ripetere il test anche in futuro, in presenza di modifiche nella struttura.
In caso contrario, si valuteranno le possibili correzioni al rapporto Rol/interessi passivi, ricordando che comunque sarà possibile recuperare la mancata deduzione anche in anni successivi.

Cessioni di imprese
Cambiano gli scenari per le cessioni di aziende. La nuova imposta sostitutiva sulle operazioni straordinarie elimina gli ostacoli fiscali che, dal 2004, si frapponevano al trasferimento delle imprese attraverso la vendita delle partecipazioni societarie. L'acquirente, infatti, non era in grado di recuperare il costo pagato in termini fiscali, in quanto i beni aziendali restavano iscritti ai valori storici senza possibilità di rivalutazione. Dal 2008, invece, chi compra aziende mediante l'acquisto delle quote di una Srl o di una Spa, può stabilire con precisione quanto gli verrà richiesto (12, 14 o 16 per cento a seconda dei valori) per scalare, sotto forma di ammortamenti, il prezzo pagato, una volta che avrà incorporato la società acquistata. In questo modo, le trattative diventeranno più trasparenti in quanto nella quantificazione del prezzo si potrà tenere conto in modo preciso di questi oneri fiscali di cui si fa carico il cessionario.

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2008/01/fisco-dieci-consigli-pagare-meno.shtml?uuid=0b1cb0da-c270-11dc-8603-00000e251029&DocRulesView=Libero&area=apertura