2015, pioggia di miliardi chi guadagnerà con l’Expo

Data

apr 11, 2008

Il rialzo di Borsa di molte imprese quotate in questi ultimi giorni è l’antipasto, in termini di business, della corsa alla realizzazione della manifestazione di Milano. Da Cabassi a Pirelli Re, da Impregilo a Italcementi

LUCA PAGNI

Ancora non è stato assegnato un solo euro a Milano per la realizzazione dell’Esposizione Universale del 2015, ma c’è già chi il suo guadagno l’ha portato a casa. Nel giro di quattro sedute di Borsa, il titolo di Fiera Milano spa ha più che triplicato il suo valore: da lunedì 31 marzo, quando è stata annunciata la vittoria di Milano sugli sfidanti di Smirne, a giovedì 3 aprile, le azioni della Fiera sono schizzati dai 4 euro del suo minimo storico fino a 11 euro. Con una capitalizzazione passata da 149 a 346 milioni. Salvo poi precipitare nell’ultima seduta della settimana, sotto i colpi dei realizzi, con il titolo sospeso al ribasso per tutta la giornata.
Se si è trattato solo di speculazioni di operatori più che abili e dai nervi saldi si vedrà in futuro. Di sicuro, il caso di Fiera Milano la dice lunga sulle aspettative che la vittoria per la realizzazione dell’Expo 2015 ha gettato sull’economia milanese e italiana dei prossimi anni. E, in particolare, sulle performance delle società quotate a Piazza Affari che potrebbero avere un ruolo nella manifestazione. Così, da Impregilo ad Astaldi nel settore delle costruzioni, da Risanamento a Pirelli Real Estate nell’immobiliare, fino ad arrivare a Save e Adf (rispettivamente società di gestione degli aeroporti di Venezia e Firenze) l’elenco del rialzi dovuti all’effetto Expo è corposo.
Ma si tratta solo di speculazioni oppure l’Expo è veramente la panacea per risolvere i problemi infrastrutturali del Nord Italia e garantire bilanci in salute a un nutrito plotone di società di Piazza Affari? I numeri dell’evento nonché le prime previsioni degli analisti sembrano dare ragione agli ottimisti. Nelle ore successive al verdetto di Parigi sede della Bei (Bureau International des Expositions) che assegna ogni due anni l’evento c’è chi ha pensato bene di calcolare il valore dell’impatto economico della manifestazione. Al di là dei 14 miliardi già previsti: 4 per le opere legate strettamente all’Expo e gli altri 10 per tutta una serie di opere pubbliche collegate e necessarie, prevista da anni e mai realizzate, dalla Pedemontana alla Brebemi (autostrada MilanoBrescia) a due nuove linee metropolitane a Milano. Con l’indotto, il valore finanziario della manifestazione che dovrebbe portare a Milano oltre 29 milioni di visitatori in poco più di sei mesi, dovrebbe aggirarsi intorno ai 44 miliardi di euro. Un calcolo ancora per difetto, visto che uno studio approfondito, con tutte le ricadute sul sistema del turismo, in particolare delle città d’arte, è ancora tutto da studiare. Per dire: c’è chi ha calcolato che per avere gli stessi benefici per il rilancio della sua immagine il comune di Milano avrebbe dovuto spendere oltre 500 milioni di euro.
Una montagna di denaro tale da aver già fatto preoccupare uno dei protagonisti di Mani Pulite, l’ex magistrato Gerardo D’Ambrosio: «Occorre che gli appalti siano assegnati con trasparenza ha dichiarato altrimenti ne approfitteranno le mafie». E c’è chi ha chiesto che i fondi non vengano usati solo per costruire padiglioni per ospitare l’evento, alberghi e raccordi autostradali: i cardiologi dell’ospedale Niguarda vorrebbero interventi che riducano l’inquinamento, visto che Milano ha il primato del maggior numero di decessi all’anno causati dall’eccessiva presenza di polveri sottili nell’aria.
Ma non tutti dovranno aspettare per capire le ricadute concrete dell’Expo. C’è già chi è sicuro che i benefici ci saranno. Della Fiera spa abbiamo detto: il rialzo monstre in Borsa si giustifica con il fatto che il 50% delle aree su cui sorgerà l’Expo, a nord di Milano, appartiene alla Fondazione che controlla la maggioranza della società. L’altra metà, invece, è divisa tra il comune di Milano e il gruppo Cabassi. Per quest’ultimo uno dei nomi storici dell’imprenditoria milanese si tratta di un investimento sul lungo periodo, che andrà a frutto soltanto al temine dell’Expo. Ma ora che Smirne è stata battuta, per la famiglia presente in Borsa con due società storiche del listino come Brioschi e Bastogi, si tratta di un affare sicuro. L’area su cui sorgerà l’Expo è stata ceduta a titolo gratuito al Comune, in cambio si è ricevuta la certezza di poter costruire, dopo il 2015, su parte della superficie circostante.
Della pioggia di miliardi che cadrà sull’edizione milanese dell’Expo non potrà non avvantaggiarsi il settore immobiliare. La Camera di Commercio ha stabilito sentendo un centinaio di operatori che nel corso dei prossimi anni l’aumento medio del valore delle abitazioni nell’area metropolitana dovrebbe salire di 11 miliardi, con il valore medio del metro quadro destinato a crescere del 7%. Il che dovrebbe fare da traino ai titoli dell’immobiliare in Borsa che negli ultimi mesi, dopo lo scoppio della bolla dei mutui "facili" negli Usa, hanno subito pesanti crolli. Non per nulla, nei giorni scorsi, c’è stato un ritorno degli investitori su Pirelli Re e Aedes. Ma anche su Risanamento: il mercato scommette sul fatto che la società controllata da Luigi Zunino, in difficoltà finanziarie, possa ritrovare slancio per completare i due grandi progetti attualmente in corso nelle aree dismesse dell’ex Montedison a Rogoredo e dell’ex Falck a Sesto San Giovanni.
C’è poi il capitolo infrastrutture. La legge speciale che sarà varata come uno dei primi atti del prossimo governo, garantirà i fondi per tutta una serie di opere per il trasporto pubblico e privato. Le imprese italiane saranno in prima fila per aggiudicarsi gli appalti, da Impregilo ad Astaldi a Caltagirone. Ma ci saranno anche opere di miglioria per autostrade (con interessati l’Atlantia dei Benetton e la Sias di Marcellino Gavio), ferrovie e metrò. Le ricadute arriveranno fino agli aeroporti: sarà forse l’occasione insperata per il rilancio di Malpensa?