Riconquistati dal made in Italy

Data

apr 27, 2007

Un fenomeno simile al "controesodo" sta  spingendo un numero crescente di aziende straniere dell''abbigliamento e delle calzature a produrre in Italia. Partono da Francia, Germania e Regno Unito, tre Stati dove le attività nel manifatturiero continuano a calare, e trovano nel nostro Paese esperti modellisti, prototipisti, lavorazioni sartoriali e alta qualità anche negli accessori. «Sono soprattutto gli stilisti francesi a scegliere l'Italia per realizzare produzioni d'alto livello» dice Mario Boselli (nella foto), presidente della Camera nazionale della moda, «perché in patria non hanno più strutture adeguate».

Non c'è solo Bata, il colosso ceco delle calzature (in Italia fattura 430 milioni di euro, con un utile operativo del 7%), che nel 2006 ha portato il 50% della sua produzione in Italia. Gli esempi si sprecano, a partire dai jeans, da anni un cavallo di battaglia del guardaroba: nel 2005 in Italia ne sono stati acquistati 39 milioni, in gran parte prodotti all'estero.

Ma qualcosa sta cambiando anche in questo settore. Lo stilista francese Maurice Ohayon ha deciso di concentrarsi sul denim, capitalizzando la naturale predisposizione per la ricerca e l'utilizzo di tinte innovative: e così ha scelto l'Italia per produrre la sua nuova collezione Notify. Si tratta di jeans anatomici, tutti prodotti a Matino (Lecce) dalla società Romano. In soli quattro anni di vita, Notify ha visto crescere parecchio il suo giro d'affari: nel 2005 erano 9,1 milioni d'euro e si stima diventeranno almeno 11 nel 2007.

Anche Etienne Aigner è un'azienda straniera con il cuore produttivo che batte in Italia: «Dalla Germania siamo venuti a produrre in Toscana perché credo nel design italiano e nella qualità superiore degli artigiani e dei produttori italiani», dice Michael Kamm, amministratore delegato della società di Monaco. Nella sede italiana di Signa (Firenze) lavorano i designer, mentre la scelta del partner produttivo per l'abbigliamento da donna è caduta su Sabatini, un'azienda fondata nel 1978 a Peccioli (Siena), che da anni produce per diversi marchi italiani e americani. Etienne Aigner oggi è presente in oltre 400 punti vendita di 40 Paesi, gestisce circa 134 negozi col suo marchio, da Monaco a Tokyo. E il fatturato è in crescita: da 32,9 milioni nel 2005 a quasi 36 nel 2006.

Anche nel calzaturiero il «controesodo» produttivo sta avanzando. Nelle Marche, Neil Barrett, il famoso stilista inglese che ha disegnato le collezioni per Prada e le linee maschili per Gucci, dal 2002 ha trovato l'ideale realizzatore delle sue calzature in Cappelletti. Si tratta di un'azienda familiare di Sant'Elpidio al Mare (Ascoli Piceno), con 50 anni di storia e 60 addetti, che rifornisce con il 50% della sua produzione di qualità una serie di marchi nazionali e internazionali. La quota degli ordini di Neil Barrett, che incideva per il 5-6% sul fatturato di Cappelletti nel 2004 (7 milioni), è arrivata al 7-8% nel 2006 (8 milioni) e nel 2007 prevede di arrivare al 10%.

Estratto da Economy del 27/04/07 a cura di Pambianconews

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