Green Economy: un traino per il mercato italiano?

In questi ultimi anni in Italia e nel mondo sempre più spesso, e a vari livelli, si parla di economia verde o ecosostenibile. Non solo gli esperti del settore, ma anche la gente comune, ritengono che non sia più possibile operare come nel passato, sfruttando all’estremo le risorse disponibili e senza preoccuparsi delle scorie e dei rifiuti prodotti. 

Le aziende cosiddette “eco friendly” o etiche riscuotono sempre maggiori consensi da parte di consumatori sempre più attenti non solo alla qualità dei prodotti acquistati, ma anche rispetto ai procedimenti di produzione. Un esempio su tutti, la Repubblica popolare cinese che ha deciso, dopo uno sviluppo economico e industriale selvaggio, di investire ingenti somme nella salvaguardia dell’ambiente e nella produzione ecosostenibile. 

Il genio e le peculiarità italiane mostrano tutta la loro forza e lungimiranza anche nel settore della green economy. È quanto emerge dal rapporto annuale GreenItaly 2012, promosso da Symbola (Fondazione per le qualità italiane) e da Unioncamere (Camere di commercio d’Italia), presentato recentemente a Roma. Nel contesto dell’economia verde, l’Italia si distingue dagli altri paesi per avere riconvertito in chiave ecosostenibile anche dei comparti dell’industria tradizionale come ad esempio quelli relativi al legnoarredo, alla concia delle pelli, all’agroalimentare, alla produzione della carta, al settore tessile, ecc.. Non solo le fonti energetiche rinnovabili, il riciclo dei rifiuti e la protezione della natura, ma anche i settori chimico-farmaceutici, l’high tech e l’elettronica, la nautica e il settore automobilistico (vedi le autovetture ibride o elettriche), l’edilizia, i minerali non metalliferi, la meccanica e i sevizi, sono stati “investiti” dall’onda “verde”.

 

FOCUS

Nel rapporto annuale GreenItaly 2012 l’imprenditoria legata all’ambiente dimostra di possedere una spiccata dinamicità occupazionale: il 38,2% delle assunzioni complessive programmate (stagionali inclusi) da tutte le imprese italiane dell’industria e dei servizi per il 2012 si deve alle aziende che investono in tecnologie green. La Lombardia è la prima regione per numero di imprese green (69 mila).

 

In Italia, come rileva l’Ocse nel recente rapporto sull’innovazione, si è creato un sapiente mix tra le vocazioni legate al territorio con le ultime innovazioni tecnologiche, tanto da avere prodotto delle vere e proprie specializzazioni in ambito ecosostenibile. Ma ora entriamo più nel dettaglio analizzando alcuni dati che mostrano come la “logica green” possa rappresentare un prezioso antidoto alla crisi attuale, sia in termini occupazionali, sia di innovazioni di prodotto o di servizio.

In primis, dalla ricerca emerge che l’imprenditoria legata all’ambiente dimostra di possedere una spiccata dinamicità occupazionale, tanto che il 38,2% delle assunzioni complessive programmate (stagionali inclusi) da tutte le imprese italiane dell’industria e dei servizi per il 2012 si deve alle aziende che investono in tecnologie green. Inoltre, circa il 30% delle assunzioni complessive non stagionali programmate per il 2012 è stato per figure professionali legate alla sostenibilità.

Le imprese green presentano anche una spiccata propensione all’innovazione e all’export: nel primo caso, il 37,9% delle imprese che realizzano eco-investimenti hanno introdotto nel 2011 innovazioni di prodotto o di servizio (contro il 18,3% riferito alle imprese che non investono nella green economy); in seconda battuta, ben il 37,4% delle imprese che investono in tecnologie green vantano una presenza nei mercati esteri, in costante crescita rispetto agli anni precedenti (contro il 22,2% di quelle che non investono). Per quanto concerne la classifica regionale delle imprese che investono in tecnologie green, le prime dieci posizioni sono occupate da quattro regioni del nord (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna) e da sei del centro-sud Italia (Lazio, Campania, Toscana, Marche, Sicilia, Puglia). La Lombardia si piazza al primo posto per numero di imprese green (69 mila), seguita dal Veneto (circa 34 mila) e dal Lazio (33 mila). La green economy in Italia si declina in vari e differenti settori, ma è chiaramente più diffusa nella manifattura (con investimenti superiori al 27%), rispetto al terziario ( pari al 21,7%). 

Il solo comparto chimico-farmaceutico registra investimenti green da record, pari al 41%. Il successo e lo sviluppo della green economy in Italia è confermato dal dato che quasi un’impresa su quattro (il 23,6% del totale, ovvero quasi 360 mila imprese, oltre 144 mila industriali con almeno un addetto e circa 214 mila dei servizi con almeno un addetto), hanno investito nel triennio 2009 - 2012 in tecnologie e in prodotti ecosostenibili, che hanno comportato un risparmio energetico maggiore o un impatto ambientale più contenuto. 

Laura Bonani

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